lunedì 20 luglio 2009

Cos'e' Forex?

Il foreign exchange market si ha quando una valuta viene scambiata con un'altra. Il foreign exchange market è di gran lunga il più grosso mercato nel mondo, in termini di valore delle transazioni, e include gli scambi che avvengono tra grosse istituzioni bancarie, banche centrali, speculatori valutari, imprese multinazionali, governi, e altri mercati finanziari ed istituzioni. L'attività di scambio che ha luogo nei mercati fx globali assomma a più di 1.900 miliardi di dollari al giorno (in media). I trader retail (piccoli speculatori) sono una parte minima di questo mercato. Essi possono partecipare solo indirettamente per il tramite di broker o banche e possono essere vittime di truffe, chiamate scams (dall'inglese to scam = truffare).

A quanto sostiene Peter Garnham sul sito del Financial Times (Pubblicato: 9 ottobre 2006 20:48) "Il foreign exchange market avrà duplicato la sua dimensione l'anno prossimo, in soli tre anni, grazie ad un incremento della partecipazione da parte dei gestori di fondi e dei fondi pensione, è quanto sostenuto da una ricerca uscita lunedi. TowerGroup, una società di consulenza e ricerca finanziaria, dice di attendersi che i volumi totali giornalieri sul foreign exchange market eccedano i 3.000 miliardi di dollari nel 2007. I volumi del foreign market, cresciuti dai 1.770 miliardi di dollari del 2004 ai 2.000 miliardi l'anno scorso, erano destinati a crescere fino a 2.600 miliardi di dollari quest'anno e fino a 3.600 miliardi di dollari l'anno prossimo, per via dell'accettazione del mercato valutario come un asset class a tutti gli effetti, nelle parole della TowerGroup.

Il mercato fx è un mercato monetario interbancario o tra altre controparti, creato nel 1971 quando cominciarono ad apparire tassi di cambio fluttuanti. Il foreign exchange market è enorme se comparato ad altri mercati. Ad esempio, il volume medio giornaliero di scambi che riguardano i buoni del Tesoro USA è di 300 miliardi di dollari e il mercato azionario USA ha un volume medio giornaliero di meno di 10 miliardi di dollari. Dieci anni fa il Wall Street Journal ha stimato che il volume giornaliero degli scambi che avvengono sul forex ecceda i 1.000 miliardi di dollari. Oggi questa cifra è cresciuta fino ad eccedere i 1.800 miliardi di dollari al giorno.

Prima del 1971 un accordo internazionale denominato Bretton Woods Agreement impediva la speculazione sui mercati valutari. Gli accordi di Bretton Woods erano stati conclusi nel 1944 con il fine di stabilizzare le valute internazionali e prevenire la fuga dei capitali tra le nazioni. Questi accordi fissarono un tasso di cambio tra tutte le valute ed il dollaro e fissarono il tasso di cambio tra il dollaro e l'oro (35 dollari per oncia). Prima di tale accordo il gold exchange standard era in uso fino dal 1876.Il gold standard prevedeva l'uso dell'oro come base di ciascuna valuta e in questo modo impediva a re e governanti di svalutare arbitrariamente il denaro e di innescare l'inflazione.

Il gold exchange standard presentava, comunque, dei problemi. Al crescere, un'economia avrebbe importato beni dall'estero fino all'esaurimento delle riserve auree. Il risultato di ciò era una restrizione dell'offerta di moneta nel paese che causava un innalzamento dei tassi di interesse comportante un rallentamento dell'attività economica che avrebbe potuto portare anche alla recessione.

Infine la recessione avrebbe causato una caduta dei prezzi dei beni così in basso che essi sarebbero apparsi convenienti ad altri paesi. Ciò a sua volta portava ad un flusso inverso di oro in entrata nell'economia e il risultante aumento nell'offerta di moneta causava una caduta del tasso d'interesse ed un rafforzamento dell'economia. Tali pattern di boom-recessione erano frequenti nel mondo durante gli anni del gold exchange standard e fino allo scoppio della Prima guerra mondiale che interruppe il libero flusso degli scambi e di conseguenza i movimenti dell'oro.

Dopo la guerra fu adottato il Bretton Woods Agreement , col quale le nazioni partecipanti accettavano di mantenere il valore delle loro valute all'interno di uno stretto margine di cambio con il dollaro. Un tasso era anche fissato per stabilire il rapporto del dollaro rispetto all'oro. Alle nazioni era proibito di svalutare la propria valuta oltre il 10% per migliorare la propria posizione commerciale. In seguito della Seconda guerra mondiale il commercio internazionale si espanse rapidamente per via delle esigenze di ricostruzione post-bellica e ciò comportava massicci movimenti di capitali. Ciò destabilizzava i tassi di cambio che erano stati fissati per mezzo degli accordi di Bretton Woods.

Tali accordi furono infine abbandonati nel 1971, e in seguito a ciò il dollaro non fu più convertibile in oro. A partire dal 1973, le valute delle nazioni maggiormente industrializzate divennero più liberamente fluttuanti, essendo spinte principalmente dalle forze dell'offerta e della domanda. I prezzi erano formati da volumi, velocità e volatilità crescenti durante gli anni 70. Ciò porto alla nascita di nuovi strumenti finanziari, alla deregolazione del mercato e al libero scambio. Comportò inoltre un aumento del potere degli speculatori.

Negli anni 80 i movimenti internazionali di capitali ebbero un'accelerazione per l'avvento dei computer ed il mercato divenne continuo, con scambi che si svolgevano tra i continenti asiatico, europeo ed americano, ed i relativi fusi orari. Le grosse istituzioni bancarie crearono sale operative in cui centinaia di milioni di dollari, sterline, euro, e yen venivano scambiati nel giro di pochi minuti. Gli odierni broker operano quotidianamente nel forex, avvalendosi di strumenti elettronici, ad esempio a Londra, dove singoli scambi per decine di milioni di dollari vengono conclusi in pochi secondi. Il mercato è cambiato significativamente essendo la maggior parte delle transazioni finanziarie finalizzate non all'acquisto o alla vendita di beni ma al fine di speculare sul mercato essendo l'intento della gran parte degli operatori di fare soldi con i soldi.

Londra si è affermata come il principale centro finanziario globale ed è il più grosso mercato forex del mondo. Tale affermazione non è dovuta solo al suo posizionamento, che le consente di operare durante l'apertura dei mercati asiatici ed americano, ma anche alla creazione del mercato dell'Eurodollaro. Il mercato dell'Eurodollaro si venne a creare durante gli anni 50 quando i proventi che l'Urss derivava dalla vendita del petrolio, tutti denominati in dollari, venivano depositati al di fuori degli USA per il timore che venissero bloccati dalle autorità statunitense. Questa pratica fece sì che un grosso quantitativo di dollari statunitensi si trovasse al di fuori del controllo degli Stati Uniti. Queste vaste riserve di liquidità erano molto attraenti per gli investitori di tutto il mondo in quanto erano soggette ad una regolazione molto meno penetrante e offrivano una redditività più elevata.

Al giorno d'oggi Londra continua a crescere in quanto un numero crescente di banche americane ed europee stabiliscono i loro quartieri generali regionali nella city. I volumi scambiati su questi mercati sono enormi e le banche più piccole, gli hedgers commerciali e i piccoli investitori hanno raramente accesso diretto a questo mercato liquido e competitivo, sia perché non soddisfano i requisiti di credito necessari sia perché le dimensioni delle loro transazioni sono troppo limitate. Ad ogni modo oggi i market maker possono scomporre le loro grosse unità inter-bank ed offrire ai piccoli operatori l'opportunità di comprare e vendere un numero qualsiasi di tali unità più piccole (lots).

Il forex è unico sotto numerosi profili:

volume degli scambi,
l'estrema liquidità del mercato,
il gran numero e la varietà degli operatori attivi sul mercato,
il decentramento geografico,
la durata giornaliera degli scambi - 24 ore al giorno (fatta eccezione per i weekend)
la varietà di fattori che influenzano i tassi di cambio,
A quanto risulta dallo studio Triennial Central Bank Survey 2004 della Banca dei Regolamenti internazionali, il turnover giornaliero medio sui mercati forex tradizionali è stimato ammontare a 1.880 miliardi di dollari. Le medie giornaliere relative all'aprile di differenti anni, in miliardi di dollari sono rappresentate nel grafico seguente:

Turnover del mercato forex globale:

621 miliardi di dollari spot
1.260 miliardi di dollari in derivati, di cui
208 miliardi di dollari in forward
944 miliardi di dollari in forex swaps
107 miliardi di dollari in FX options.

I futures contracts relativi al forex furono introdotti nel 1972 alla Chicago Mercantile Exchange ed essi sono attivamente scambiati in relazione con la maggior parte degli altri contratti future. Il volume dei Forex futures volume è cresciuto rapidamente negli ultimi anni, pur ammontando solo al 7% circa del volume totale del mercato forex, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal Europe (5/5/06, p. 20).

I dieci trader più attivi effettuano circa il 73% del volume degli scambi, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal Europe, (2/9/06 p. 20). Queste grandi banche internazionali forniscono in continuazione al mercato sia i prezzi bid (di acquisto) che ask (di vendita). Il bid/ask spread è la differenza tra i prezzi alla quale una banca od un market maker è disposto a vendere ("ask", o "offer") ed il prezzo al quale un market maker è disposto a comprare ("bid") da un cliente wholesale. Questo spread è minimo per coppie di valute molto scambiate, ammontando solitamente a soli 1-3 pip. Ad esempio, il rapporto bid/ask tra EUR/USD sarebbe 1,2200/1,2203. Il volume minimo per la maggior parte delle transazioni è solitamente 100.000 dollari.

Tali spread possono non applicarsi alla clientela retail delle banche, le quali in genere fanno un mark up sul rapporto portandolo in ipotesi a 1,2100 / 1,2300 per i trasferimenti, o 1,2000 / 1,2400 per le banconote od i travelers' cheques. I prezzi spot dei market makers variano, ma tra EUR/USD solitamente non superano i 5 pip (ossia 0,0005). La concorrenza ha determinato un notevole restringimento degli spread per le maggiori valute, fino a minimi che variano tra 1 e 1,5 pip.





Strumenti finanziari [modifica]
Le tipologie di strumenti finanziari comunemente utilizzate sono molteplici.

Forward transaction: Un modo per fare fronte al rischio di cambio è l'entrare in un contratto forward. In tale transazione, il denaro non passa di mano fino ad una data futura prestabilita. Un compratore ed un venditore si accordano su di un tasso di cambio in una data futura, e la transazione si verifica in quella data al tasso di cambio stabilito, indipendentemente dai tassi di cambio di mercato effettivi. La durata di un tale contratto può essere di giorni, mesi o anche anni.

Futures: I futures sulle valute estere sono transazioni forward caratterizzate da importi e scadenze standard - ad esempio, 500.000 sterline il prossimo novembre ad un tasso prestabilito. I Futures sono standardizzati e sono solitamente scambiati in un mercato creato ad hoc. La durata media del contratto è di circa 3 mesi. I contratti futures solitamente comprendono qualsiasi ammontare di interessi.

Swap: La tipologia più comune di transazione forward è lo swap su valute. In uno swap, due parti si scambiano valute per un certo periodo di tempo e si accordano ad invertire la transazione in una data futura. Gli swap non sono contratti standard e non vengono scambiati in un mercato.

Spot: Una transazione spot è uno scambio caratterizzato dalla scadenza di due giorni, diversamente dai Futures contracts, che solitamente hanno scadenza di tre mesi. Questa transazione rappresenta uno "scambio diretto" tra due valute, ha la durata più breve, e riguarda denaro liquido più che un contratto; e gli interessi non sono inclusi nella transazione concordata. I dati per questo studio provengono dallo Spot market.


Tassazione in Italia [modifica]
I proventi derivanti dal trading sui mercati valutari, sono tassati solo se le valute acquistate sono tenute oltre i 7 giorni lavorativi prima di venderle e se il loro importo supera i 51.645,69 euro (100 milioni delle vecchie lire) (i-ter art.67 D.P.R. 917/86). Per questo motivo, la tassazione di tali attività in Italia è pressoché inesistente in quanto si usa nello stesso giorno chiudere e riaprire le posizioni, in modo da far cadere il vincolo dei 7 giorni richiesti dalla Legge per far scattare la tassazione.

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